Per tutte quelle
con le loro menti represse
ed oppresse da un lento
e continuo subire
che per nulla godevano
e nell'anima dolevano.
io ero uno scandalo.
pure nel mio, più banale sandalo
suscitavo in loro
un commento da serpente.
in esse chiuse dietro le sbarre
di se stesse,cresceva sorda la rabbia
di una libertà, di cui loro stesse
si erano private.
per i capelli
mi avrebbero presa volentieri
per ogni mio colore.
sia che essi
fossero dorati e sottili
o mossi e di rosso acceso.
il mio mento, sempre sollevato
in segno di sfida
trasparenze insolenti
malizia e pelle bianca
non negavo mai agli sguardi.
libera, a tratti sfacciata
ma sono sempre stata me stessa.
la voglia di vivere
la gioia, l'armonia con la natura.
i dialoghi con angeli
fate o gnomi, dialoghi o pensieri
di libertà, che non mi hanno mai abbandonato.
nonostante la vita mi abbia provato.
la cattiveria, ben confezionata
in dono mi avrebbero dato
per provare a piegare la mia testa
per tentare, di soffocare la mia gioia.
ma io mie care
brindo al vostro fallimento.
io sono la fenice.
risorgo sempre
e mi sento esaltante.
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