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Pubblicata il 10/11/2023
Il Giorno dell'ira è il giorno di Dio

ti condivido la mia anima
or che giunge dies irae
e seppur t’ascondi
l’opra Tua pur mi tocca
che sfuggente non è
al senso mio del vero.

cammino scalzo et sine passo
in nero fiume sine passio
scorro tra sponde di fuoco
ove s’affondano neri arbusti
e radici artigliate ad alma terra.
gea, Genesi rinnova e Nemesi!

arriva stormo di corvi,
nere penne perse nel vento
a rapir lo spirito mio sempre vivo
che or attende di scomparire,
nel nulla obliarsi e spegnersi
un attimo, solo un attimo
spegnersi!

ma il Fuoco m’investe
a nuovo risveglio
son drago
son falco
a squarciar i veli dell’universo
e veder ciò che niun vede
nel timor d’occlusi occhi.

vita non vive del timor di vivere!

ritorno a seguir stellata rotta
del fugato astrolabio
su lamina segreta e ignota
che ad armillar sfera reca
e celato luogo svela
immobil centro e rotore
fermo in un punto di infinito.
non sei terra di gnosi!

c’è una piega dell’anima
ove s’asconde nostra vita.
guardar oltre svela final arcano.
infinito e nulla non han differenza.

tirerò la tua tunica un giorno
e ti volterai, Dio!
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Molto bella ed intensa, Azar! Credo, questa poesia, sia la tua massima espressione proposta sinora!

il 10/11/2023 alle 06:53

Grazie, Sir!

il 11/11/2023 alle 10:23