Il Giorno dell'ira è il giorno di Dio
ti condivido la mia anima
or che giunge dies irae
e seppur t’ascondi
l’opra Tua pur mi tocca
che sfuggente non è
al senso mio del vero.
cammino scalzo et sine passo
in nero fiume sine passio
scorro tra sponde di fuoco
ove s’affondano neri arbusti
e radici artigliate ad alma terra.
gea, Genesi rinnova e Nemesi!
arriva stormo di corvi,
nere penne perse nel vento
a rapir lo spirito mio sempre vivo
che or attende di scomparire,
nel nulla obliarsi e spegnersi
un attimo, solo un attimo
spegnersi!
ma il Fuoco m’investe
a nuovo risveglio
son drago
son falco
a squarciar i veli dell’universo
e veder ciò che niun vede
nel timor d’occlusi occhi.
vita non vive del timor di vivere!
ritorno a seguir stellata rotta
del fugato astrolabio
su lamina segreta e ignota
che ad armillar sfera reca
e celato luogo svela
immobil centro e rotore
fermo in un punto di infinito.
non sei terra di gnosi!
c’è una piega dell’anima
ove s’asconde nostra vita.
guardar oltre svela final arcano.
infinito e nulla non han differenza.
tirerò la tua tunica un giorno
e ti volterai, Dio!