Pance sformate, protese a offendere
gli occhi e lo spirito, unte e bisunte:
natiche che scatenano l'invidia
delle meduse decomposte al sole;
pelli morsicate con disgusto
dalla cellulite, che le sputa via:
e il sole, poveretto, che si volta
perché non ce la fa più a illuminare
tutto questo orrore, e pensa sul serio
di buttarsi dentro un buco nero.
in mezzo all'assassinio del buon gusto,
un corpicino diciottenne flessuoso
calamita senza remore lo sguardo
assetato di bellezza, come un disperso
anela all'acqua in mezzo al deserto:
ma, a un certo punto,si schiude un occhietto
che ti squadra con la bontà di un allosauro:
"Beh, che ti guardi, lurido vecchiaccio,
non sai che anche solo per guardarmi
devi pagare il biglietto alla cassa?"
me ne vado, sentendomi un erbivoro
nella savana alta del Giurassico...
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