Balbuzie insistenti solcano mestizie profonde
tu che non sai, non vedi dove l’aratro segna il terreno brullo del mio cuore, per allocare il seme della successiva disperazione.
e solitudini si tengono per mano nell’ afa che pesa, inconsapevolmente appagate e colpevoli di non riconoscersi.
balbuzie come onde di risacca che frugano fugaci tra gli scogli, nel gorgoglìo indistinto di motivazioni insufficienti.
per mano nel buio e nella luce, nella folla di pensieri molteplici che brulicano sul molo, attoniti spettatori di galassie distanti annegate nell’infinito circostante.
nègalo se riesci , se mai ti giungeranno le mie parole da anni luce di viaggio per colmare l’esigua distanza tra due cuori saturi di reciproca fiducia.