La porta si apre così lentamente
che la luce entra pigramente,
cambiando il volto alla stanza,
spegnendo la tua latitanza.
il tuo corpo è lontano,
perso tra sogni svettanti,
ma è indimenticabile la tua mano
che cercava di sradicare
la spina conficcata nel mio cuore;
penetrata nella più intima profondità
per farlo sanguinare di nostalgia.
la porta si richiude,
stavolta velocemente,
congelando il mio respiro:
eri tu che rendevi l’aria respirabile,
donando alla vita la sua perpetua felicità.