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Pubblicata il 04/08/2023
"No! Questo grigio grave che mi copre,
lo strepitio, il clangore di quest'ira
non più terrà, né i salici potranno
della mia furia ignorare la lira.

sento scossa la terra e sento il fosco
lamento uscire dai roveti e il grido
stormire, muto e solo, nel silenzio.
sento qui sprofondare il sacro nido:

il cosmo vago e eterno dal profondo
e inorridito gemito del canto,
con cui di fronda in fronda io affronto i cieli,
non più potrà sottrarsi. Eccomi: affranto.

io no, non giaccio: io, maledetto, varco
i fiumi in cui la Camusa mi porta
eternamente, e ai miei dolori, muta,
fra le ossa nude anche Speranza è morta.

speranza visse. Visse e perì presto:
quando ogni quiete, strangolata ormai
dal dito della Moira, mi lasciò.
ma tu, anche tu, al dolore, qui, verrai!

tu, immerso dentro l'esistenza, vivo,
tu, che calpesti l'erbe adesso, a sera,
oh tu verrai fra noi qui in altra sponda,
ma rendi al cielo l'anima mia nera!

tu, libera il mio spirito stillante
di fiamme, di urla! Incombe! Oh come incombe
nelle mie carni ogni dolore! Libera
almeno il mio silenzio dalle tombe!"

sentii dal monastero alzarsi un canto
ed io tremando uscii dal cimitero.
narrai della sua furia sulla carta
ed arse: voi ascoltaste la sua eco.
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Eccellente davvero! Complimenti!

il 04/08/2023 alle 10:04