Non sono che il vuoto
che ti contiene
i girini gemelli del tuo nome
guizzano sfuggenti
nel cerchio infinito
di yin e yang, di bianco felice
e di nero atroce. Nel punto
mai sazio, di spazio completo
di tempo infinito
che gira incessante
marea su marea, alta poi bassa
l'uccello che corre alla riva
e torna per non bagnarsi
solo il vuoto che ti contiene
la riga attorno al tao
che vede e non si muove
la carta dove ancora e ancora giri
in cerchi perfetti
senza punti di ristoro
sono quel nulla nientificato
la strada che calpesti
nell'anello a circuito
il vuoto
vuoto e pieno
di tempo e senso.
(Dove sei, ora?)
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