La felicità somiglia a una donna con le ali,
una madre che vola nei miei sogni.
Vorrei ascoltare la sua voce,
musa delle poesie celesti,
e liberarmi dalle catene
che mi legano alla roccia di dolore.

La felicità somiglia a un arcipelago di ricordi
perduti nei viaggi immaginari di un padre.
Vorrei rubare un bacio, musa delle poesie celesti
e cavalcare tra il giorno e la notte.

La felicità somiglia a un frammento di luce
che penetra l’inconscio di un figlio.
Vorrei finire nell’orgia delle poesie celesti
e perdermi nella magia dei corpi,
nella follia del vino proibito,
nell’idea della morte che ride,
tra le braccia della vergine dal cuore maligno.