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Pubblicata il 09/02/2023
Le mie guance
rigavano
come lacrime
per un amore abusato
e più e più volte
tradito.

Su ogni cosa
scivolavano
come
un lavacro infinito.

Sull’innocenza ferita
sulle maschere ghignanti
dei servi dell’Orrore
sui volti vacui
degli ignavi.

Ruscellando
col fragore
delle Fontane dell’Apocalisse
la via più breve
cercavano
verso il mare dell’Oblio
per sprofondare
nel più cupo degli abissi
trascinando
con se
quella lacerante pena d’esistere
che l’anima mia
più
non sosteneva.

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Come la precedente poesia, anche questa è frutto di inquietanti sogni di guerra. Quanto dolore, quante speranze, quanti sogni aleggiano attorno a noi in cerca di un riparo, di una parola, una carezza, una lacrima......molte lacrime che come un divino lavacro, possano lavare via l'Orrore dal Mondo.
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Condivido pienamente il tuo sentire e pensiero, un abbraccio Miraer

il 10/02/2023 alle 07:32

Grazie Lucy. Un abbraccio.

il 11/02/2023 alle 13:09