Certe volte si scrive
per riempire il vuoto
di una stanza chiusa
ma domani andrò a cercare
tra sopravvissuti filari
il sole che si infila tra i rovi
per leggere
oltre le pietre rimaste
dell'antico confine
il racconto di una casa
con la finestra sul mare
ed il pavimento di pietra.
porterò con me la falce
per liberare
le viti dalle spine
e riveder l'Antonio
con le braccia forti
farsi ancor più piccolo
per vincere
con un corno di zappa
quella terra così sassosa e calda:
madre paziente
dello sciacchetrà
-che così buono
non lo faceva nessuno -
ci teneva dirlo.
porterò con me la falce
per ripulire l'aia
e ritrovare la sedia di paglia rotta
dove l'Antonio se non zappava leggeva
e se non pregava pensava male.
ora che la malattia l'ha preso
sta in una stanza chiusa
dove i pensieri contano a vuoto
il finire dei suoi giorni.
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