Era settembre o giù di lì
quando aprendo i miei occhi mi accorsi di aver dormito
sull' impolverato pavimento di casa.
la sbornia della sera prima mi aveva colto di sorpresa.
accanto a me lo sguardo sbigottito del gatto.
cosa avevo fatto? Dove mi ero spinto?
a fatica arrivai allo specchio, vidi a malapena il fantasma di me stesso.
il dolore allo stomaco era sempre più lacerante.
guardando il fantasma mi si presentò una scelta.
dovevo vivere o potevo lasciarmi andare ad un destino
molto vicino ai titoli di coda.
optai per la prima e chiesi aiuto.
era la prima volta che lo facevo e a modo mio
ero molto orgoglioso di questo.
cliniche, disintossicazione, persone che si muovevano a rilento.
accanto a me nemmeno una donna che tenesse la mia mano.
ricordo solo gli occhi spenti di mia madre.
io che passavo le ore a convivere con i sensi di colpa.
qualche sigaretta fumata col vicino di camera
e niente più, il buio!
poi il centro di riabilitazione, accolto quasi come un eroe.
tre lunghi mesi trascorsi tra discussioni, allegria, emozioni.
prostitute, clochard, alcolisti, drogati qualche detenuto.
un' insieme di sensazioni uniche. Scopri di non essere solo.
scopri che la prostituta potrebbe insegnare lezioni di vita
in qualche scuola, che il clochard lì vi era finito perchè aveva
perso tutto, la donna, i figli, l'orgoglio.
esperienza indescrivibile.
dopo quel periodo non bevvi più mi rialzai ma a che prezzo?
ora scrivo poesie per esternare le poche emozioni rimaste
per provare in qualche modo a dire "io ci sono"
nella speranza che un giorno una donna possa stringere la mia mano!

settembre 2017