Facciamo un gioco.
tu mettiti al piano e fai finta di suonarlo.
io mi distendo sul tappeto,
ad occhi chiusi;
voglio sentirla penetrare quella melodia.
so già che suonerai quella.
e spegni quella maledetta sigaretta!
questo odore acre nella stanza mi confonde le idee,
e non riesco a percepire le note…
spegnila,
e con essa spegni il fumo delle paure,
e l’asma dei ricordi
che ti hanno intasato i sogni.
impara a sognare, e suona.
si, già vedo quelle dita
come comandate da Dio,
i tasti neri come scarafaggi
ballano impazziti….
c’è tempo per tornare nel paese delle illusioni,
dove gli specchi ti danno solo il riflesso
dell’abito più bello,
e del brufolo nato all’improvviso…
dove baratti il tuo cuore
per un pugno di denaro.
dove la famiglia è una prigione,
e la pineta in città
una siringa di evasione.
dove spesso l’amore fa rima con godimento
e di piacere a pagamento.
dove i bambini non imparano a giocare,
ma dal suo aguzzino, scappare.
non posso più ascoltare, questa bandaccia di strumenti scordati,
puoi iniziare a suonare per davvero.
e sul “Notturno” di Chopin”
voglio fare l’amore con te.
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