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Pubblicata il 02/04/2003
Ti ho amato
come avrei amato un filo d'erba nelle crepe di cemento
o come un cucciolo dal muso umido nelle mie mani,
con dolcezza di bambina, cresciuta alla svelta, o come l'eruzione d'un vulcano,
nell'immagine dipinta da un poeta vagabondo e solitario,
come naufraga dispersa che s'aggrappa ad un faro,
un rampicante dolce amaro sopra porte spalancate,
ho consumato questo amore tra fragranze di parole
e in silenzi eloquenti,
nell'invasione di un bacio sulla bocca, sugli occhi e sulle punta delle dita,
ti ho portato dentro come un feto nel mio ventre, ho amato la tua assenza la fiducia e la sfiducia, le tue donne e i tradimenti,
nei lamenti di farfalla innamorata
e poi morente,
ho amato il tuo giorno e la mia notte,
l'estate e il tuo inverno,
l'assurdità d'una cometa in me cadente
e le distanze dolorose delle nostre differenze, ho amato alla follia quattro versi
d'una vecchia poesia.


OLIMPIA
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