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Pubblicata il 24/01/2021
Odo del silenzio 'l canto,
di solitudine estrema melanconia
che prende 'n questi giorni grigi
ove villaggio e la campagna cupi
paiono cimiteri presi dalla bruma.

Avanza 'l nulla, pioggia e pioggia
ancor e ancor e 'l cor s' attrista,
perfin degli augelli 'l cant' è mesto
Noia prende 'n quest' Inverno

ove tutto pare andar ramengo,
lavoro poco, e con l' economia a picco
col timor di peste virulenta sempre 'n agguato
a rubar quel poco d' allegria

ch' ancor ci protegge da infimo dirupo
che chiama a gran voce la nostra carne.
A rubar allegria, un sorriso con gli amici,
l' ultimo abbraccio 'n questa guerra truce

forse creata ad arte per dominio aver
su questa Terra ov' incoscienza prevale.
L' ultimo abbraccio con parenti e famigliari
se 'l fato avverso

ci chiama a se impietro rubandoci 'l respiro
e della morte 'l gelo avvolge
privi di compassione e di conforto.
Vorrei del sole riconoscer sorriso

e fior di Primavera ammirar ne' campi,
col profumo di libertà che ci riporta indietro
quando ancor un abbraccio non era proibito
e solitude solo condizion di mente.
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Profondamente riflessiva...

il 24/01/2021 alle 19:52

C'è in generale un'antica leggiadria nei tuoi versi, e c'è, in particolare in questi, una rassegnazione non doma a descrivere la realtà per quel che appare ma non ad esserne succube. Un saluto.

il 24/01/2021 alle 21:04