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Pubblicata il 13/03/2003
Un eco di voci
rimbalza lontano nel vetro
solleva remoti timori,
assorda e si scuote
ma non riesce a passare;
dall'alto dei monti si anima
un sacco raccolto dal vento
raggiunge la valle,
ruggisce
di colpo si svuota
e cade nel nero selciato.
Adesso un dito lucente,scheletrico,
sferza la volta del cielo
ed indica il nido
del male del mondo,
poi gocce a lacrime
inondano
quel che rimane d'intorno,
scompare la luce d'argento
e resta l'alba di un giorno che è solo lamento.
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...è un canto triste, bello e ben descritto

L.

il 13/03/2003 alle 21:12

Se ad un fatto triste ne segue uno bello possiamo meglio apprezzare i due aspetti della cosa,è un pò come essere assetati a casa nostra o nel deserto,l'acqua nel deserto ci sembrerà sicuramente più buona.

il 14/03/2003 alle 17:19