scomparire in questo crescendo
di violini, ammaestrati ed inquieti,
non è mai stato così conciliante.
apparirà la mia ombra scomposta
nei tuoi sconfinati archetipi di verità,
per poi annullarsi, un gemito dopo.
queste parole saranno a te dipendenti,
e cercherai quell’ombra nei posti
inconfessati del tuo freddo inverno.
ma continuerà a scappare da te,
intimorita, o quasi giudicata;
e scomparirà, di nuovo, e di nuovo.
il contemplativo soffio dei nostri violini
non è ancora affogato in questo mare,
e le nostre voglie improvvise, con loro.
ma le troppe dolci parole, impiegate,
consumate, abbandonate, ammalieranno
questo tuo sogno, destinano a soccombere.
e la mia ombra ti inseguirà, come
i miei scritti dolenti, sino a farneticare,
convertendoti al mio illogico credo.