Questo, per esempio, pur con una lievissima "asimmetria" al terzo verso, può essere considerato un bellissimo haiku, jn barba a chi infila tre versucoli senza significato, ignorando completamente la metrica di questa forma di poesia (ce ne sono degli esempi anche oggi…). Bravo!
Grazie, Guga. Io cerco di rispettare la metrica, ma non avendo approfondito le sue regole, ci riesco fino ad un certo punto. Infatti, ad esempio, non colgo l'asimmetria che tu sottolinei. Inoltre mi limito al semplice schema quinario-settenario-quinario, con l'accentazione possibilmente corretta, senza però sfruttare le possibilità di sdrucciolo e tronco od altre come fai tu. Tutto ciò limita un po' l'espressività. E per me il significato è tutto, oltre al piacere di giocare colle parole e coi loro più sensi, come ad esempio nel titolo di questa mia composizione che stiamo commentando. Spero si (rac)colga...
L'"asimmetria" (parola impropria da me arbitrariamente usata) consiste nel fatto che il quinto verso, secondo la regola che se una parola finisce per vocale e l'altra inizia per vocale si legge come una sola sillaba, può essere letto come un quadrisillabo: get-tail-guan-to, che sarebbe la forma più corretta. Però si può leggere anche come quinario: get-ta-il-guan-to, meno elegante… Ciaissimo! ;-)
Pardon!!! Volevo dire IL TERZO VERSO e non il quinto… Ormai viaggio verso il rimbambimento senile a passi veloci!!! :-(