Non sò se sia questione di dna di montagna oppure di semplice sensibilità più o meno innata in ogni uno di noi...posso soltanto dirti di me che analfabeta sino all'età delle scuole elementari dei miei figli (ho imparato a leggere e scrivere attraverso i loro compiti ) mi lascio coinvolgere da tutto ciò che la natura e la vita, in maniera quasi privilegiata, può offrirci ...amo e rispetto la persona anche quando non è come la vorrei,cerco di non soffermarmi sui suoi difetti ma se posso metto in rilievo le sue qualità...I canti alpini che hai elencato benchè non sia di montagna ,li ho cantare anch'io ed ogni volta mi commuovevo fino a piangerci sspecialmente su "Il testamento del capitano"...ho voluto commentare il tuo profondo testo per farti conoscere il mio pensiero convinta che non sia il posto in cui si nasce a condizionarci ma ciò che nel nostro intimo si sviluppa più profondamente ...Ti leggo con piacere ,da te ho molto da imparare....Gabriela.
Mi fai sognare posti a me sconosciuti. Amo il tuo modo di descrivere luoghi ed eventi. Grazie
Ho sbagliato a incollare il link. Quello corretto è https://www.youtube.com/watch?v=oTqBEgZWQFU&t=130s
Grazie Gabriela e marinellianna per la vostra attenzione e considerazione
Intenso e particolare questo pezzo, anche emozionante. Sarei io un prototipo dell'uomo del sud classico e anche leggermente oleografico? Chissà...
Grazie Vincent . Non credo tu possa essere un prototipo di quella figura, a meno che tu non sia emigrato in Argentina o in Belgio a fare lavoracci duri e malpagati... ma avendo della tua terra quella meravigliosa rappresentazione iconica che tanti emigranti ci hanno proposto, a testimonianza di un legame che va ben oltre le semplici radici.
Mio fratello, di quindici anni più grande, è emigrato in Belgio ma nella fabbrica ideal standard prendeva un salario (negli anni 70) che faceva invidia a molti parenti rimasti in Sicilia, tanto che poi è arrivato con una macchinona azzurra che sembrava uno ricco. A quei tempi ero un bambino di cinque anni, ancora me la ricordo quella macchina.
Mi pare che la questione sia molto più complessa e non ne farei un problema di dna , ma piuttosto di cultura ; come in qualche modo lo dicono le canzoni citate.
Grazie mitri. Certo la cultura c'entra e tanto. Ma sono sicuro (dentro di me) che c'è anche qualcosa di più profondo. Se non l'avessi già letto, leggi "Viaggio in Italia " di Goethe, dove, con una sensibilità non comune, coglie aspetti del nostro popolo che noi, da dentro, non vediamo. Vedi la descrizione delle donne venete al confronto con gli abitanti di Napoli e altri..