Notti gelide nelle periferie
tra anfratti e aguzzi roveti
sotto pietosi sguardi…vai
fratello nomade,
brillano le stelle, giri e rigiri
in balia del vento gelido,
tra le onde dei passanti
annaspi con la barca tarlata.
sopravvivi con fatica,
girovaghi con dolore,
errante senza meta
tra mille luci nella notte,
distruggi i tuoi sogni
tra le panche tarlate.
prosegui veloce,
già distante appari,
avvizzito fiore disteso,
accartocciato nelle trapunte
dall’odore pregnante
consumate tra l’indifferenza
dell’umana razza
sorda e cieca,
chi asciugherà le tue lacrime?.
nessuno stende la mano
nessuno t’incoraggia
nessuno ti porta via da questo
mondo spettrale.
vai figlio della notte,
solitario vai, riposati e copriti
nel tuo sudario di cartone
sarai deriso e strattonato, ma…
non sarai dimenticato.
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