PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/11/2019
Vorrei sdoppiare queste lune
e stirarle a dismisura
su crocchi informi
di nuvole rosa
perchè forse domani sarò
un ebete tra gli abeti
alla ricerca d'incenso
e fragranze alpine
e di tutti quegli oggetti
che un mortaio d'erba pesta
chiamerebbe frutti d'amore.
E frutto d'amore è tutto ciò
che odora di struscìo
e di graffio gratuito
nelle macchie di ginepro,
è tutto ciò che prude
sulla punta delle orecchie
e sulla sommità delle nari
dei lupi solitari.

E tutto ciò cade
inclinato sul fianco,
come goccia di pioggia deviata
da un acuto ago di pino.
  • Attualmente 4.4/5 meriti.
4,4/5 meriti (5 voti)

Sì, l'amore e proprio quello. La deviazione microscopica di tutto ciò che avverrebbe secondo un ordine meccanicistico se non vi fosse qualcosa che la provoca. E' l'errore, l'inciampo, l'imprevisto. La staticità contrasta l'amore, così come l'immobilità della pupilla impedisce la vista. Come sempre, ciò che scrivi stimola sensazioni e pensieri.

il 07/11/2019 alle 00:46

Acuta e vera

il 07/11/2019 alle 08:09

Anche il tuo stile poetico costruisce deviazioni, inseguendo microscopiche gemme luminose ed insinuandosi in oscuri anfratti con coraggio e curiosità.

il 07/11/2019 alle 08:18

Frutti, d'Amore, Oggetti d'Amore. In questo caso può esserlo anche la vibrissa di un gatto. Grazie a tutti per le vostre osservazioni. Le considero un vero arricchimento.

il 07/11/2019 alle 10:14

tutto declina verso il basso, in diagonale. La sensazione di ascesa è una dispercezione.

il 07/11/2019 alle 14:58