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Pubblicata il 17/10/2019
Siamo forse latte,
latte di Galassia,
o granuli incerti
di polvere lunare,
mattoni, tessere,
zagaglie di Saracino
o fanghiglia incerta di idrovora.
Siamo sicuramente domande
senza tempi certi di risposta,
echi di spelonca balbettate
da Morgane intorpidite.

I funghi di Marzo assorbono
le luci del primo istante
e appendono
sui palchi del muflone
i frutti del primo cielo,
l'abbaglio dell'ultima notte.

Noi la vivremo, mia cerbiatta,
scossi da quel vento
che tinge gli occhi
e dà di spugna ai ricordi,
saremo solo radici aeree
come quelle del loto
che veleggia sull'acqua.

(dedicato ad una cerbiatta con reti e chiodi)
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Verità che ognuno di noi proverà alla fine del viaggio!

il 17/10/2019 alle 19:34

una gran bella poesia da leggere e rileggere

il 17/10/2019 alle 21:40

Molto delicata e saggia

il 17/10/2019 alle 22:01

Pzolla, Arturo, Sir. grazie a tutti voi.

il 18/10/2019 alle 09:33

Piaciuta

il 18/10/2019 alle 11:21

ti ringrazio malatesta

il 18/10/2019 alle 15:35

Negli anni '50 in Giappone, in uno strato di terreno, furono scoperti casualmente semi di loto risalenti a oltre duemila anni fa. Un seme riuscì a germogliare riportando in vita “il fiore più antico del mondo”. E' un esempio di quello che tu, Genziana, definisci "il desiderio di oltrepassare i limiti".

il 18/10/2019 alle 19:11