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Pubblicata il 21/09/2019
di tormenti ha munito la sua rocca
questa novella Idra
e con frombole ed archi
fa dall’alto estrema guerra

a nulla serve mostrarle
giglio od Api laboriose
uno stendardo di nera fiamma
divora le sue minugia
e tutto ciò che di guasto
nella mente sua frulla

come camoscio morente
in un ultimo singulto
m'abbevero su questa riva
tristo dell'amara sorte
che scivola nel ruscello

la sue acque adesso odorano
di sangue rappreso
e di sapide lacrime
sorbite dai monti
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Due quadri contrapposti: l'ira ribollente dell'Idra e la vittima sacrificale. Perché, ci si potrebbe chiedere, abbeverarsi proprio a quell'acqua insanguinata? Perché non fuggire e cercare altre valli e altri ruscelli puri e incontaminati? Perché non si può. Come un destino scritto cui tutti noi, come il camoscio morente, siamo vincolati. Visione fatalistica e pessimista, che ben riporta alla quotidiana impotenza del vivere.

il 22/09/2019 alle 09:33

Centrato Eriot! Perchè non si può fare diversamente. E la consapevolezza dell'ineluttabile, che fortunatamente molti non avvertono, è indicibilmente dolorosa.

il 22/09/2019 alle 10:06