Due quadri contrapposti: l'ira ribollente dell'Idra e la vittima sacrificale. Perché, ci si potrebbe chiedere, abbeverarsi proprio a quell'acqua insanguinata? Perché non fuggire e cercare altre valli e altri ruscelli puri e incontaminati? Perché non si può. Come un destino scritto cui tutti noi, come il camoscio morente, siamo vincolati. Visione fatalistica e pessimista, che ben riporta alla quotidiana impotenza del vivere.
Centrato Eriot! Perchè non si può fare diversamente. E la consapevolezza dell'ineluttabile, che fortunatamente molti non avvertono, è indicibilmente dolorosa.