Se tu fossi vasta
e sterminata d'altura
mi perderei in te, notte,
ma stasera sei piccola e stretta,
accovacciata nell'angolo,
scorciata di passi,
accecata dai bistrot,
impaurita dalle balorde
giravolte d'ubriaco.
In questa notte senza grilli
proverò ancora a scansare
i tuoi aguzzi di bottiglia,
il tuo richiamo che sa di nero.
Mi hai posseduto
ancora una volta, notte,
ma adesso inverto
la mie lancette senza numero
e ti invito a girarti
come solo sa fare
un'amante disfatta,
ti chiedo di mostrarmi
la tua schiena segnata,
ti imploro di far apparire
sotto le tue scapole vellutate,
tra gli anfratti scoscesi
della tua spina ondulata
le prime luci,
i primi rigagnoli
della prossima alba.
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