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Pubblicata il 31/08/2019
Bellissima cosa
e mirabilmente piacevole
fu vedere il tuo corpo
come Luna lontano da me
quasi sessanta raggi terrestri
e così vicino come distasse
solo due di queste dimensioni
ed avere così la certezza
che tu non sei superficie
liscia e levigata
ma scabra e ineguale,
e, proprio come me,
piena di grandi sporgenze,
profonde cavità e anfratti.

Nessuna delle nostre
grandi macchie si spinge
fino al limite estremo
della circonferenza
ma tutte appaiono radunate
e lontane dall'orlo.

quando ci lasciammo,
alla terza ora di notte,
c'eran tre stelle tanto piccole
che appena si potevano vedere:
da Venere e fra loro
non distavano più di un minuto
e fui incerto se ad occidente
vi fossero stati
altri due o tre lumi.
Ma questo poco importa,
in quei brevi istanti
eravamo solo Luce.
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Una poesia d'amore fuori dagli schemi triti e ritriti: proprio come piace a me! Molto ben scritta.

il 31/08/2019 alle 16:58

Un po' lunga ma bellissimo il finale

il 01/09/2019 alle 05:46

I 5 sensi sono ingannevoli...per fortuna possiamo affidarci al sesto e illuminar di Luce il nostro cielo stellato. Poesia coinvolgente come sempre.

il 01/09/2019 alle 07:59

grazie a tutti

il 01/09/2019 alle 08:58

A me è piaciuto, in particolare, l'incipit di questa gentilissima cavalcata astronomico-amorosa. E' forse il tuo lavoro che più mi ha coinvolto.

il 01/09/2019 alle 09:32

grazie Eriot, forse è l'avvicinarsi ad un sentire che non è proprio di questo secolo che può risultare piacevole.

il 01/09/2019 alle 09:56