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Pubblicata il 06/07/2019
Vi racconto la mia storia
senza lagna e senza boria.
orfano di padre in adolescenza,
per disgrazia
e di madre, d’esser madre
presto sazia.
notti di eclissi di luna
e giorni di sola bruma.
dentro certo rabbia
e annientamento, e scorie
ma anche l’anima
di un cantastorie.
se tenebra per la notte pare opportuna,
è l’ombra dei giorni che li accomuna.
e in un cratere imprecisato
del cuore, in una landa fuori mano
lo spirito sedulo
dell’artigiano.
mentre l’ombra si intrattiene ad allunare
sul giorno, la notte gioca a farsi ritagliare.
ecco perché in quelle notti
senza luna
ho il dovere di adottare
le parole una ad una.
che sia una fase crescente o calante
e in quei giorni a guisa di falce,
il menestrello un po’ irriverente
armato di piuma,
riempiendola di continui vezzi
si diletta a solleticare la luna.
(Serenata senza cetra di un cesellatore a un quarto di luna )
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Ti ringrazio

il 08/07/2019 alle 16:25