Rifiutarsi di crescere è dunque questo a preservarci dal senso di colpa? Divenire maturi, far pace con noi stessi non è forse un abbandonarsi a divenire bambini, quando la vita è tutta una promessa e negli occhi brilla il sogno? E' un rifiuto a quanti ti ripetono che devi maturare, ma a che pro? A divenire vecchi e cinici, senza aneliti, senza speranze! L'amore per la vita ce la insegna la natura con i suoi cicli, senza razionalizzazione, senza dover per forza dare un senso a tutto! La poesia dovrebbe parlare ai cuori! Sempre!
Cantorom, Genziana, Rosi: le lucertole non pensano nè parlano, osservano. Oggi vivo il giorno della lucertola e mi godo il sole.
Mi è piaciuta tutta, per quello che ho colto, e mi ha colpito soprattutto quell'Atropina sconosciuta agli occhi del sauro. La trovo interessante perché, se vogliamo rimanere sull'allegoria, possiamo ampliare il concetto alle nostre menti, troppo insensibili alla poesia, o ai fanatici di ogni ideologia (e io ci metterei qualcos'altro ancora, ma preferisco sorvolare) insensibili alla ragione, e così via...
Eriot, nel recente passato mi hai dato dell'acuto ed io ti ripago con la stessa moneta. Il riferimento all'atropina effettivamente è la chiave di lettura. Noi umani, dotati di un'effemira ma persistente coscienza di sè cerchiamo di dare un senso compiuto alla vita e creare un mondo artificiale a nostra stessa immagine e somiglianza (metaforicamente è come se avessimo le pupille dilatate da questa sostanza). E' intuitivamente un mondo ristretto, deludente, perciò vorremmo uscire da questo stato e tornare, per un attimo, a stadi evolutivi primordiali, ma anche questo è contro natura perchè non riusciamo a chiudere le pupille come fanno i sauri. E non possiamo neppure crogiolarci al sole, non abbiamo scaglie protettive. E' una misera condizione quella di essere sospesi tra cielo e terra.