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Pubblicata il 27/05/2019
In questa pallida alba
scolora l'ambra e la corniola
e fili di perle si sfilacciano
lungo un collo esausto,
intriso di saliva.

In volo radente,
con becco di falco
osservo le tue curve stanche
e quella voglia simmetrica
che sa di fragola,
sotto le radici d'un seno
che appare d'improvviso clandestino.

Sulla tovaglia gli orli gialli
di una macchia di birra
ed una lettera blu
spiattellata su piatti di coccio
che recano una R circoncisa,
la erre di rücksichtslos:
"spietato".

Siamo tutti più o meno
come cecchini di capanno,
e chi, come me,
ha mira infallibile,
pazienza e dito facile,
al primo sussulto cancella
le voci che risalgono
svelte o lente dalla brughiera.

Domani scarrellerò ancora
sulle tue autoreggenti Charlot
ma non soffocherò mai
i guaiti dei cuccioli di volpe
che s'imbucano negli abeti,
perchè, a differenza di te,
non conoscono i cartelli
bucherellati in cirillico,
e le altre creature del bosco
non sono ritratte a tua immagine
ed inverosimile somiglianza.

Ed il gorgo comunque resta,
come ciocche di capelli
neri o biondi
che intasano i lavandini.
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Per me questo tuo lavoro è straordinario, su due livelli. Il primo, strettamente poetico, per l'atmosfera disperata di un certo mondo al capolinea e sul confine, che hai perfettamente tratteggiato, il secondo perché chi come me ha attraversato più volte quelle terre di nessuno, a 30 km/ora né più né meno come imponevano i cartelli, guardando le garitte lassù in alto con relative bocche da fuoco e ha visto decine e decine di ragazzoni biondi, troppo magri, col mitra e divisa verdone scuro, ha percepito quell'aria che tu tanto acutamente fai respirare, pur se vista attraverso il diaframma delle tua poesia. Complimenti.

il 27/05/2019 alle 16:12

Inebriante seguire i voli dei tuoi versi, con richiami ora lontani ora discosti ora lampanti o sottointesi.Un caleidoscopio di percezioni quelle a cui conduci il lettore.

il 27/05/2019 alle 16:15

Nel più recente mimetiche con schema a "pioggia", negli anni '60 a macchie policrome, ma solo per il giaccone con cappuccio. Ed una Kala più preciso dell'originale, perchè con un passo di rigatura più accurato. E poi le bionde, in genere bionde, pallide e perse dietro gli stivali degli Ufficiali. Non ho citato le sigarette, aspirate avifamente dopo gli incontri furtivi nelle baracche. Grazie per l'attenzione e l'apprezzamento Eriot.

il 27/05/2019 alle 16:32

Grazie anche a te Zordoz, grazie per accostarti a quelle percezioni.

il 27/05/2019 alle 16:36

Grazie Ravachol per l'apprezzamento...

il 27/05/2019 alle 17:40

Leggere i tuoi versi è sempre un arricchimento.

il 28/05/2019 alle 08:32

devo dire che ho capito poco, ma non è importante....grande è il potere della parola

il 28/05/2019 alle 09:44

Grazie Vincent. Arturo, vopos è una ricostruzione mentale ambientata in Germania Est (muro di Berlino).

il 28/05/2019 alle 10:34