Per me questo tuo lavoro è straordinario, su due livelli. Il primo, strettamente poetico, per l'atmosfera disperata di un certo mondo al capolinea e sul confine, che hai perfettamente tratteggiato, il secondo perché chi come me ha attraversato più volte quelle terre di nessuno, a 30 km/ora né più né meno come imponevano i cartelli, guardando le garitte lassù in alto con relative bocche da fuoco e ha visto decine e decine di ragazzoni biondi, troppo magri, col mitra e divisa verdone scuro, ha percepito quell'aria che tu tanto acutamente fai respirare, pur se vista attraverso il diaframma delle tua poesia. Complimenti.
Inebriante seguire i voli dei tuoi versi, con richiami ora lontani ora discosti ora lampanti o sottointesi.Un caleidoscopio di percezioni quelle a cui conduci il lettore.
Nel più recente mimetiche con schema a "pioggia", negli anni '60 a macchie policrome, ma solo per il giaccone con cappuccio. Ed una Kala più preciso dell'originale, perchè con un passo di rigatura più accurato. E poi le bionde, in genere bionde, pallide e perse dietro gli stivali degli Ufficiali. Non ho citato le sigarette, aspirate avifamente dopo gli incontri furtivi nelle baracche. Grazie per l'attenzione e l'apprezzamento Eriot.
Grazie anche a te Zordoz, grazie per accostarti a quelle percezioni.
devo dire che ho capito poco, ma non è importante....grande è il potere della parola
Grazie Vincent. Arturo, vopos è una ricostruzione mentale ambientata in Germania Est (muro di Berlino).