Di questi tempi col fiato corto che tirano
avanti tra gli stenti in qualche maniera
ringrazio il cielo, con gli occhi stropicciati
che seguono il naso nella zuppa quando è sera,
di avere un lavoro e di avere te accanto.
mi destano le tue parole che spogliandosi nude
trattengono il respiro, come quando da bambino
al torrente bevevo dalle sue acque crude.
rammendi i cenci delle mie ansie respirandomi
sulla la tua pelle con il suo tepore,
lasciandomi col fiato corto e l’anima
tracimante dopo aver fatto l’amore.
ogni giorno ringrazio il cielo di avere un lavoro,
ma se tu non dovessi esserci di ritorno la sera
dietro le lacrime stropicciate sentirai a stento
salire dai cenci, tra le pezze, la mia preghiera.
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