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Pubblicata il 15/04/2019
Verità turchine, insondabili,
quelle intrise nei chiostri
del Carmelo di Echt,
dove il rumore di pioggia
scendeva e lavava le vergogne
degli assenti in un amen,
ed cani, fuori, latravano secchi al sole,
lontani da un'umida luna
che avrebbe lenito i loro graffi.

Un rintocco sul campanile
ora batte fuori tempo
ed un altro oppositore supera il limite
ma io mi permetto di sognare
e di non essere d’accordo
con le grandissime balle
che oggi garriscono dalle aste
perchè non c’è più una bandiera
avvolta attorno alle nostre ferite
ma solo poster sgualciti in mille dormiveglia,
borsette di plastica tradite su una panchina,
cellulari sgusciati per il tanto gracchiare.

ed io mi permetto di sognare
e di non essere d’accordo
con le grandissime balle
che anticipano ciò che resterà
delle nostre vite già in vacanza.
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Mi coinvolge perché provo i medesimi sentimenti. Permettimi una critica: quei "grandissime balle" (seppur ben motivati), mi sembra abbassino il livello dello scritto, rendendolo (immeritatamente) più banale. Un testo che, invece, vive di una visione disincantata ed evoluta, quale non si incontra spesso.

il 16/04/2019 alle 10:53

Visto il profilo la tua è una piacevole "new entry". Hai perfettamente ragione, l'espressione "balle" sciupa il resto del testo ma è consapevolmente voluta, un contrasto nel contrasto. La prima parte di Bandiera nera si riferisce ad Edith Stein (come argutamente ha scoperto una profonda esploratrice di questo sito). Nella seconda parte, molti decenni dopo, un'anima laica, appoggiata al muro del convento sembra avvicinarsi ai valori di quella Carmelitana dalle radici ebraiche, ma è ormai sorda al suo profondo messaggio perchè vive ed interpreta il suo presente solo con strumenti meramente ideologici, acritici, e questo si evince anche dal linguaggio adottato.

il 16/04/2019 alle 12:52

OK. Grazie del preciso approfondimento.

il 16/04/2019 alle 13:26