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Pubblicata il 21/01/2019
Che adducano pure che nelle vene
mi strisci una peccaminosa miscela!
costoro non sanno che in Principio
nell’Elisio condividemmo la mela…
mi additeranno come una volgare
tentata usurpazione, ma non hanno
notizia che per guardare le tue mani
tessere, di giorno mi apprestavo
a salpare e la notte disfacevo la vela.
o di quando trascorsi quasi tutta
la vita ad apprendere da Cèzanne
e Degas per ritrarti appropriatamente,
e di te lieta di mettere a nudo il tuo
mero spirito su ciascuna mia tela.
in quest’ultima nostra trasmigrazione
qualcosa andò storta, e mi risvegliai
nell’animo di un rapsodo, come fossi
una blatta alla mercè dell’aracnide
intrappolata nei fili di una ragnatela.
tu fautrice di un’altra storia d’amore.
che mi definiscano pure un mendico
sordido e vagabondo sardanapalesco!
continuerò nell’inana ricerca di te,
in pieno giorno con accesa la candela.
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