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Pubblicata il 18/01/2019
In tutti questi mesi
ogni cinque scipiti giorni miei
ti sei
venuta a sedere sui miei righi,
e con le tue parole e il loro calore
questo cuore
ha voluto credere di poter
essere un po’ meno maledetto.
accanto al letto,
come la madre che non c’è stata
da bambino con gli incubi miei,
non sei
qui, non siedi sul vivagno
d questi bislacchi versi.
si son persi
anche i restanti quattro caratteri
del tuo nome, insieme a un gradevole tepore,
che non ho cuore
di pronunziare, cancellati forse
come da cimosa sul gesso.
ma forse non è tardi per chiederti il permesso.
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