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Pubblicata il 14/01/2019
Si narra che fluisse come acqua,
di cuore puro e neutra anima.
fino a che per mano delle naiadi
acredine e Basica cadde vittima
della stizza della dea Marica,
gelosa dell’amore di Aquilone per lei.
invocò su loro un orripilante anatema:
confinò Ninfa nella torre degli Alisei,
e legò Aquilone a un filo di voce.
se Ninfa fosse riuscita mai a fuggire
con qualche astutezza,
entrando in contatto con l’aria
e confondendosi con essa
avrebbe perso di purezza.
si dice che sulle sponde del Treja
nelle giornate di solleone, quando
il cielo sereno fin giù nel sottobosco
rende azzurra ogni pervinca colando
su tappeti di anemoni,
tra i non ti scordar di me
che bordano le andane strette
girandoli una fanciulla; si dice anche
si odano i di lei bisbigli salire ai filari
tra le felci dall’aprile del 1967.
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