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Pubblicata il 07/09/2018
La prima volta che ho sceso le scale
di questo enorme albergo con le sbarre alle finestre
ti ho trovata pallida e tanto silenziosa.
e da allora tutte le volte che scendo ti trovo che dormi.
mi domando quante cose ti facciano fare
durante il giorno per essere sempre così stanca…

vengo spesso a trovarti anche se tu non dici niente
perché mi ricordi lei: sai prima che mi trasferissi qui
abbiamo abitato insieme per tanti anni in una casetta
col giardino, e sopra il tetto un nido con le rondini.
sai lei le accudiva, come accudiva me che a volte
non ricordo le cose e ho una gamba cianca.

poi un mattino le rondini sono partite, e lei
si è addormentata; da quella volta ha dormito tanto
come fai tu fino al giorno che un signore gentile
vestito tutto di bianco mi ha portato qui.
qui mi trovo bene, ma qualche volta mi sembra
di non ricordare più il mio giardino e la casetta bianca.

qui mi danno quelle belle pastiglie colorate da bere
che io nascondo nella federa e quando sono triste
perché le rondini non tornano ci gioco al gioco dei bottoni.
delle volte ricordo che non ricordo che ci faccio in questo
albergo coi chiavistelli alle porte; delle altre volte non sto
bene: mi guardo i polsi e mi sembra di ricordare la calanca.
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