So di avere un aspetto terrifico, ma
sono la personificazione della pacatezza.
amo passare le mie giornate alla finestra
del mio buchetto scelto con accuratezza,
affacciata scrutando il grande silenzio.
i miei amici caramente mi considerano
l’incarnazione vivente del moto perpetuo.
queste pareti di vetro davvero mi soffocano:
mal mi adatto al caos, e mi manca l’acqua
trasparente e calda di un fondale roccioso.
oramai provo acquiescenza per il mio cervello.
almeno si è capito che il mio sistema nervoso
mi consente di provare dolore, e mi si concede
persino di essere sensibile e non da bollire viva.
sono arrivata qui in casse di ghiaccio tritato,
immersa nell’acqua gelida; più permissiva
sarà la situazione d’ora innanzi in acqua salata.
conservazione secondo un senso civico,
mai più in stato di detenzione e sofferenza!
mai più fondale algoso, ma shock elettrico…