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Pubblicata il 19/08/2018
Era tardi, era notte … noi
si parlava e veniva mattina
“Vuoi che resti a contarti i capelli?!”
mi venivi sempre più vicina …
hanno sorriso anche i miei
sandali, quello era certamente un sì.
ora diamoci un equilibrio,
scusa se ti parlo così …
così ai tuoi occhi
di luna mezza piena,
così alle tue mani che
mi accarezzano la schiena.
così ad ogni volta che perdo il
conto del numero dei tuoi capelli,
ti guardo e mi accorgo
che sono davvero belli
i tuoi pensieri più intimi
in cui ti perdi e non lasci traccia.
ti adoro così piccolina
accovacciata tra le mie braccia.
ma stava per farsi inverno
anche in periferia
e per chi la vita l’ha parcheggiata,
come ho fatto io con la mia
le ultime foglie gialle
cadute dai rami secchi
sono fotografie, ore ed ore
a fissare quegli occhi.
scivolo sotto le coperte, come
farai anche tu, lasciandomi una traccia
stanotte sognando nuovamente di te così
unica, raggomitolata nelle mie braccia.
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