Nel ravviare gli abbozzi su di uno scrittoio poetico
mi garberebbe indugiare su di un
versificatore abile col forcipe ad estrarre
il feto del concepimento rimico.
adagio il foglio con la meticolosità del fabbro
nel posare con le tenaglie la lamina sull’incudine
che attenderà il massello d’acciaio temprato.
così la venuta della penna che tamburella il labbro.
dò lettura agli scartafacci e il secchio
nel retrobottega, per ruggine e mancata forgia,
risulta ineludibilmente saturo
di punzoni, giovamento soltanto per il ferravecchio.