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Pubblicata il 02/03/2018
guido che dalle dolci acque

del Cusio dove di San Giulio

quell’eremo, lì son vergini pie

al silenzio votate lor sol muta

è concessa a Dio la preghiera,

si specchia al centro solitario,

e da quelle ceruele acque

del Verbano dall’isole che il

santo patrono milanese noma

punteggiate a te lidi del patrio

focolare un dì lontan lasciati,

forte il desiderio la brama tua,

ultimo Ulisside, di solcar mari

nuove acque per lo spirito bere

alla mente portare nuove ampie

conoscenze e all’animo di goder

di luoghi nuovi e di bellezze

nuove ai più ignote sconosciute

e ti sorrise così l’Egeo mar isole

dove si rincorron i Miti antichi,

dove la man tua con abil tocco

su tela mise di qualle greca

civiltà le rovine antiche, la man

che a Olimpia più volte toccò

di Prassitele il marmoreo Hermes

e gli occhi chiari tuoi di pianto

si bagnaron e da ultimo poi

l’Oceano oltre le colonne d’Ercole

e ben lontan solcato il piede tuo,

nuov’acqua sconosciuta, toccò

quel fiume quel Rio Paranà

e alla vision che gli occhi infiamma

la Bolivia selvaggia del Chaco

gli Indios dalla bella nudità

selvaggia nuove piante insetti

nuovi uccelli dal piumaggio

strano e la giungla del Paraguay

selvaggia ultima meta del tuo

umano viaggio che qui volle

crudel destin fosse da man

violenta la tua luce spenta.

no, no ancor tu Ultimo Ulisside

vivi: questo per te in Maia

il canto dell’amico Vate:

“Ed uno di noi, che taceva
con fronte ostinata, era sacro
a morte precoce, più caro
d’ogni altro agli iddii come eletto
a perir giovine e in atto
di compier l’impresa cui s’era
devoto con anima salda.
or quegli nella memoria
più fortemente mi vive;
e lui vedo presso la ruota
del timone in quel punto,
ritto su le gambe sue snelle

e nervose di corritore
del lungo stadio, guatare

con gli occhi chiarissimi il solco.
in verità, fra i compagni
egli era il più pallido. Quasi
esangue appariva il suo vólto;
ma i suoi biondi capelli
sorgevano senza mollezza
su la robusta ossatura

della fronte nata a cozzare
contra l’impedimento;
e di virtuoso rilievo
su’ chiarissimi occhi era l’arco
dei sopraccigli, sobria
la bocca e di netto discorso,
agile il collo se bene
la nuca sì ferma paresse
ch’io le comparai la cervice
d’Eràcle che l’Etra sostiene
tra la bella Espèride e Atlante
nella metòpe d’Olimpia.
ei ne sorrise. Ma certo
gli sovrastava continua
l’imagine immensa d’un cielo.”

or ascolta da lontano questa voce Guido:

“Son qua, Ulissìde.„

“Su, svegliati! È l’ora.
sorgi. Assai dormisti. Odi il vento. Su! Sciogli! Allarga!
riprendi il timone e la scotta;
ché necessario è navigare,

vivere non è necessario.„

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giuseppe gianpaolo casarini

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a ricordo di Guido Boggiani

pittore-Fotografo-Etnologo

1861-Omegna

1902-Puerto Casado-Paraguay
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Una magnifica galoppata di meridiani e di epoche quella alla quale ci induci Rusticus, Bello lo stile, ma questo l'ho già affermato .che leggerti è un piacere per gli occhi e per l'intelletto mio."Sotto la clava del selvaggio predone cadesti, senza vìndici, nell’umida ombra; .. mi ha fatto scoprire un personaggio mitico. Grazie!

il 03/03/2018 alle 06:29

Grazie zordoz,, buona giornata e cordiali saluti. ggc

il 03/03/2018 alle 08:43