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Pubblicata il 20/12/2017
Come vapore distillato
nell'atanòr teatrale
dietro le quinte
un mare stinto sgusciava
su depositi d'Arno
e su spente tessiture
di nere ali di gabbiano.

Poi, sul limite di febbraio,
con l'occhio di bue
vivido sulla ribalta
rapida era la rincorsa
verso matasse
di caldo zucchero trafilato
consumato in fretta
a tuffo nei campi
oggi intrisi di cemento,
tra carcasse di barconi
arenati e putrefatti
sulla piaggia assolata.

Oggi l'odore verdemezzo
del fumo dei camini,
a metà strada
tra l'acuto ed il dolce,
più non s'addensa
nelle vie sinuose
ed il venditore di lupini
è svicolato,
sparito come d'incanto
tra le pieghe di quel libro
in cui leggemmo:
"del Mago ogni altra cosa
era figmento, che comparir
facea per rosso il giallo".
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Questi versi, paiono un trompe d'oeil, in cui Ariosto, è usato per sottendere ad una più recente cronaca nostrana...Non me lo ricordavo, ma tu m'hai costretto a riperndere in mano l'orlando ed ad assistere di nuovo alla tenzone tra Atlante e Bradamante, ed ora sa son qui ebbro d'endecasillabi in rima baciata alterna, mentre il Boiardo sorridendo epigramma.....

il 21/12/2017 alle 06:27

Buona lettura Zardoz, la tua curiosità ti arricchisce e stimola in me le arature...

il 21/12/2017 alle 13:21