sul ciglio si accorcia Asif
e cola lento nel fosso
un flusso rassegato
di frammenti rubescenti:
ma lo sfacelo di gambe
divenute impraticabili
non impedisce all'unghia tronca
un ultimo graffio al cielo,
al cielo di Hawija,
simile ad una tovaglia
lordata di nero.
Non ci sono lenzuoli
e solo mosche pietose
ricoprono queste vergogne,
mentre rade capre rasentano
le mulattiere del ritorno.
Stasera,
dopo aver telefonato a Irina
e consumato in fretta
un freddo shashliki *
mi domando quali consigli
possiamo dare a questa gente
prossima al non ritorno.
Fossero ancora conservate
le coordinate di tempo e spazio
di quest'angolo di polvere
che senso avrebbe richiamarle?
Non credo nel Bagliore,
ma di certo qualcosa
deve pur avere scatenato
il furore degli Annunaki.
* piatto di carne georgiano
(dal diario di un contractor russo)