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Pubblicata il 28/07/2015
Era sempre meglio non parlare con nessuno per evitare di attirare l'odio del prossimo su se stessi.
22-07-2084. Le televisioni pubbliche avevano già cominciato a gracchiare la loro monotona cantilena - Aumento del 1452% sulla produzione del petrolio - Francesco si muoveva lento lungo le strade di una città ancora assonnata, guardò l'ora su una televisione pubblica, "3:35 a.m." c'era scritto, - Tra un'ora devo stare in fabbrica - pensò ansiosamente - Aumento dei beni di prima necessità del 334% - E in effetti tutti quei bravi Compagni Lavoratori erano chiamati a stare in fabbrica per le 4:30 del mattino, per tornare nelle loro case, o meglio, in ciò che rimaneva delle loro case, per la sera. Sera che poteva iniziare anche alle 2 del pomeriggio se quelli del kkk decidevano che sarebbe cominciata alle 2 del pomeriggio. - Incremento delle riserve idriche del 998% - Ogni Compagno aveva un'ora per tornare a casa, dopodiché scattava il coprifuoco. Nessuno doveva farsi trovare fuori di casa oltre il coprifuoco.
francesco accelerò il passo. Il cielo era nuvoloso e grigio, pesava sulle spalle quel pesante fumo delle ciminiere che spingevano fuori di sé colonne nere destinate a ricadere su se stesse.
ecco, il ragazzo si fermò un attimo. La vide in lontananza, una nuvola nera, color della pece che si arrampicava su quel grigio stanco e più saliva più arrancava come un acrobata aereo che muove il suo mucchio di ossa su, su, sempre più su.
ricominciò a camminare, non c'era tempo per mettersi anche a pensare.
costeggiò un bellissimo edificio color albicocca, un ologramma. Francesco ci infilò la mano dentro - Forti gli ologrammi... - pensò il ragazzo. Effettivamente il kkk aveva impiantato dei neon adibiti alla proiezione di ologrammi che mostravano edifici bellissimi, talmente tanto belli che non avresti detto che fossero reali. E infatti non lo erano. Erano illusioni. Come tutto il resto... Qualsiasi cosa che a Roma non fosse stata grigia o rossa o che non ricordasse in maniera anche vaga una falce e un martello, era a tutti gli effetti un'illusione. Tutto falso. Tutto illusione.
ma quando veniva la sera e quelli del kkk spegnevano gli ologrammi, la città era nuda.
spogliata dei suoi broccati diventava un vedova dal volto scavato dalla fame e dalle mani tremanti di vecchiaia.
dunque Roma. Qualcuno in passato l'aveva chiamata "città eterna" ed aveva costruito una cosa chiamata "Colosseo", e aveva parlato una lingua... non era la Neolingua in voga ora presso l'Eccellente Unione delle Repubbliche Comuniste Sovietiche (conosciuta da tutti come Eurcs), era una lingua simile a quelle che si erano parlate anche in Francia, in Spagna e in Portogallo. Ma ora non c'era più questo problema, al grido di "Un'Unione, una Lingua!" il kkk aveva imposto un'unica lingua, la Neolingua appunto, che tutti avrebbero parlato.
e tutta l'Eurcs parlava la Neolingua.
"Parlava" non era esattamente il verbo giusto, nessuna persona sana di mente avrebbe infatti intrattenuto una conversazione con qualcun altro. Bisognava essere folli o incoscienti per esporsi così deliberatamente al giudizio dell'altro.
meglio non parlarsi.
francesco camminava ormai da una ventina di minuti, guardò l'orologio, erano le 3:40.
- Aumento della produzione di lamette da barba del 798% - Continuava a gracchiare lo schermo pubblico accanto al quale passò Francesco.
arrivò in stazione. 4 binari. Direzione Ostyzon, la più grande Industrialzon di Roma - Diminuzione della mortalità infantile del 134% - Arrivò il treno. Salì sul vagone. C'erano persone, troppe persone. Tutti guardavano il pavimento del treno.
le rotaie stridevano forte contro i binari e da dentro il vagone un lezzo di sudore mischiato al cattivo odore dei saponi scadenti distribuiti dal Komecon si confondeva con la puzza di smog che proveniva dall'esterno.
arrivò.
sceso dal treno vide le fabbriche, tutte uguali, tutte dipinte di un rosso che sarebbe dovuto essere Rosso Rivoluzione se non fosse stato coperto da centimetri e centimetri di smog che gli avevano conferito un colorito bruno tendente al marrone. Su ognuno di essi si vedevano benissimo la falce e il martello dipinti di giallo intenso color limone, e sotto il meraviglioso simbolo la scritta "Komecon".
centinaia di edifici tutti in fila lungo la costa. Da ognuno di quei fabbricati partiva una tubatura che arrivava direttamente dentro al mare.
francesco guardò il mare, aveva il solito colorito verde che tende al marocchino - un Verde Rivoluzione! - ironizzava tra sé e sé.
entrò nella fabbrica dove era stato assegnato e cominciò a lavorare.
si erano fatte le quattro e trenta del mattino e tutti erano già nelle loro fabbriche.
forse avrebbe piovuto verso l'ora di pranzo.
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Sempre più attento ai particolari importanti... Sir

il 29/07/2015 alle 10:35

Ci provo!

il 31/07/2015 alle 14:42

Piaciuta e speriamo che il mondo trovi piu' coraggio ,un saluto

il 02/09/2015 alle 10:25