Sai cosa resta?
Un intreccio d femori
e di cuori pulsati
sulla scia delle lune di Vega.
E sai cosa rimane?
Solo gocce di latte acido
spremuto dalle poppe
sul tuo monte di Venere.
Nella mia stanza
adesso poche tracce
come di cannella sfusa
e un odor di coloniali
sulle tue labbra secche
ebbre di salsedine.
Se tu potessi vedere
quella scia di luce
che scorre sulla dorsale
della prima stella del mattino
e tu avessi ancora un'ora
prima di spegnerti
tra le brume della brughiera
mi chiederesti nuovamente:
sai cosa resta?
Resta tutto, cara Cloe,
inappagato.
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