nei suoi primi due rossi libri
parlava del Riccetto e del Cagone
di fame eterna del vivere
alla giornata
rubando anche a se stessi
qualcosa che di sopravvivere
permettesse
dormivano in baracche di latta
e di cartone
con la famiglia troppo numerosa
col nonno che aspettava da decenni
di avere una casa vera
magari due per i tanti pischelli
che chissà perché
nascevano a gemelli.
ne scrisse altri
tantissime poesie
ma mai parlò dell'io
né del voler talvolta capitanare
non esaltò mai re e mai regine
pietendo consistente companatico
non invocò mai preti e manco dio
non occupò castelli
ma bordelli descrisse
a dimostrar la squallida allegria.
riflessionesuletturedaconsigliarenms22agosto2014