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Pubblicata il 10/08/2014
Quando, traballante il passo,
spegne la luce del cervello,
diventa faticoso usare
le risorse del bello preservate a stento
e il poco seme da spargere che resta.
sono pesanti come un sasso
le medaglie di latta appese al petto
e del poi sepolta è la memoria,
disfatta diventano le gesta.
ma, immerso a ragionare a volte,
gusto come il miele la tristezza
quanto odorose primizie e belle fole,
ed evolve in fragranza giovinezza altrui
che inizialmente poi mi consumava.
molte volte è bella l’amarezza,
mi fa docile, mite, zuccherato,
mi convinco che attesa sia sorpresa
e mi sento rinato e rinnovato.
torna lo splendore della luce,
guardiana eterna del domani.
vigile rimpatria la coscienza,
proponendo brio e battimani.
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la luce par sempre così lenta a giungere caro ugo, in realtà a ben vedere e ragionare siam noi che muoviamo lenti e la rallentiamo....un testo bellissimo, profondo che dà un po' di luce, o un modo per riaverla, a chi è rimasto tra le nuvole...ti abbraccio amico, andrea

il 10/08/2014 alle 23:11

sono pesanti come un sasso le medaglie di latta appese al petto.... straordinaria!

il 11/08/2014 alle 16:33

Ci si ritrova in queste tue parole, come fossero di ognuno. Ciao Ugo, Arlette.

il 11/08/2014 alle 19:28

, ma la luce emerge da queste parole piene di verita'un abbraccio ugo da marinella

il 12/08/2014 alle 11:12

bravo, bella :-)

il 12/08/2014 alle 12:03