Hai vivificato la leggendaria narrazione di Hachiko, di un amore così puro e senza riseve che solo può provare chi dona la propria esistenza in una dedizione libera ed arbitraria,.... la trascendenza non è prerogativa umana....complimenti segio
caro ugo,grazie d'aver ricordato la fedelta' dei cani il grande amore supportato da una vivida intelligenza. Lo dico perche' anch'io ho uno splendido cane e tocco giorno dopo giorno il suo valore e il grande amore che sempre e' consolatorio. e ti diro' che con piu'conosco gli uomini, con piu' amo il mio cane.marinella
Una poesia bella, struggente, in cui l'amore e la delicatezza emergono con le loro più sottili sfumature. Solo alla fine si scopre che il protagonista della composizione è un cane e ciò conferisce alla stessa qualcosa di unico. Che dirti, se non bravissimo?
Dovremmo imparare dagli animali certe volte. Conosco ed ho visto storie come questa dal vivo. Apprezzato fabio
Con la tua consueta delicatezza hai cantato d'un amore puro, un inno alla fedeltà che non appartiene all'uomo. un abbraccio,patty
Una dedica all'amore del cane, che è fedele ino alla morte. Versi di grande sensibilità. Ciao Ugo, è stato un piacere leggerti! Dora
Hachikò fu un cane leggendario giapponese.. realmente esistito.. nato nel 1923 e deceduto nel 1935. La sua fedeltà.. nei confronti del professor Hidesaburò Ueno.. fu infinita: per ben 10 anni, dalla morte del padrone, lo attese invano in quella stazione dove soleva attenderlo. Durante il Film, caro Ugo, piansi a dirotto nella fase cruciale! Ti ringrazio immensamente per avermi fatto ricordare quei momenti irripetibili.. come i sentimenti di Hachikò! Grazie! Immensa! Sir Morris