Gocce ridenti di eterno,
luci di luna e di stelle,
in questa notte bambina,
terso anelare l'inverno,
sincerità dell'anima di neve.
Vado e si perde il domani,
l'alba tardiva, nell'oggi
di buio lungo ritrarsi
dal tremolio delle mani
fredde del giorno; vado, e anch'io mi perdo.
E mi ritrovo nel lento
corteo degli ultimi treni,
pazzo di luce di luna
e sonno greve di spento
fuoco di stelle; mi ritrovo, e attendo.
Che scorra l'acqua del fiume
sotto il mio ponte e non passi
nessun nemico gemente
nell'agonia delle schiume
degli odi antichi; e un'altra notte nasca.