Pigra sale l’ombra
per le antiche scale,
inerte attende in silenzio
e giunge l’attimo
di svanire piano
di gridare a cielo spento
nel vortice nero della frattura.
pigra si accascia
nell’alba della soffitta
ed il secolo che nasce
spira sull’eco del continente.
lì, nel gabinetto dei graffiti,
un’Africa nuova rivive
nei sogni grafici di una sartina
e nonna Singer cuce
sotto la palma che diverge.
ma intanto cala la sera
nella cucina senza tempo
e già ti avverto
ripiegata sulle ginocchia
nel tuo volo senza scalo.
avvolta di vecchiezza
superba già stramazzi
colando da una fessura
del tuo salotto simmetrico.
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