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Pubblicata il 27/12/2013
Nel tardo pomeriggio della vita
quando il castano impavido
reggeva ancora
alle beffe della brina
ancora l'avreste vista
sormontare controcorrente
i bertuelli della sorte
o affacciarsi speranzosa
nell'ora prima del mattino
al balcone della vita
quando ancora io non c'ero.

venuta sera
nel barlume incolore
che sa di cera a forma persa
smarrì la strada
e nessuno percepì
l'urlo nero avvolgente
che solo chi veglia
negli scorci della notte
ode chiaro sullo sfondo.

(a mia madre)
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Mi spiace, Ancient! Davvero triste!

il 27/12/2013 alle 17:02

stupenda dedica alla mamma scritta con il rosso del tuo stesso cuore ,ti meriti una levata di cappello in piu' aggiungo un saluto e a ruota un Anno migliore quello che verra'

il 27/12/2013 alle 21:53

Tante grazie e ti contraccambio di cuore. Ho un'angustia: nel brano c'è un refuso. Al 10° rigo "al balcone della vita" andrebbe sostituito con "al balcone del vissuto". Ma ho già fatto due segnalazioni di errata corrige per altri brani e temo che questa volta la Redazione potrebbe darmi il "go to hell"!

il 28/12/2013 alle 10:27

Io credo che "al balcone della vita" sia migliore di "al balcone del vissuto". Ti sei angustiato per nulla!

il 28/12/2013 alle 10:50

Anche a me piace di più "al balcone della vita" Rende molto bene l'idea e scorre meglio. Molto bella!

il 29/12/2013 alle 22:45