Sembrano vuoti il tempo e lo spazio
ed orfane di materia le speranze
che s'arrampicano sognanti
lungo la salita del ricordo
che mai consola.
L'attesa ora s'inganna
lungo la spirale del desiderio
che s'infilza come un inconcludente cavaturaccioli
attraverso un tappo che mai salterà
rivelando la sublimata consistenza dell'essere.
Mi manchi fratello mio,
come un frutto tagliato sull'albero
è la mia anima che ora si chiede
chi le ha succhiato l'omologo nettare
sparito senza la gioia d'un provato sapore
che allieti il gusto d'una vita
non ancora completamente degustata.
Mi sento comodo d'angoscia
nell'amara larga culla della suprstite esistenza
e i dilatati confini della mia vita
ora sciamano dispersi come rette caotiche
nella geometria della tua persa presenza
e penso a quanto sarà difficile
organizzare le nuove direzioni del mio monco destino,
ora che la mia carne appare orfana del tuo sangue.
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