Ti aspetto,
nelle ombre che aleggiano prima del sonno.
sei grande e prigioniero nel monte di Tarek,
e così sordo ai miei richiami notturni
mentre passeggio sopra la tua cima.
tu,
nelle profondità delle maree
nel sale che spargo lungo il cammino
ingannando l’attesa,
prostrandomi al tuo cospetto, vergine vestale.
e piango dell’acqua nelle stellate sere
abbracciandomi nell’aria immobile
volteggiando nel labirinto e solcando
di piccoli sassi bianchi il bruno suolo.
oh, mio amore che non senti
mio amore di lontananze parallele
non odi le falene grigie che sbattono sulle tue luci?
abbi pietà,
tu che indifferente passi nel regno di Osiride
e sfiori con un sorriso il suo volto di sabbia.
sono sempre stata qui.
qui,
nella volta delle tue visioni
eterna nella purezza
nel grido dell’inudito nome.