Noi tristi ed intristiti menestrelli,
Noi che ci riguardiamo i vestiti belli
Che comprammo per feste mai state;
Noi che ignoriamo cosa sia un'estate,
E anche l'inverno, invero;
Ma questa Arcadia, insomma?
Tale fu l'Arcadia, e tali
Gli abitanti suoi:
Bovi, pecore, animali
Insomma, e più animali
Di tutti i suoi pastori
Che furono tutti cantori
Oggi fu detto, e molto
Rimane da chiarire e da indagare
Se poi questo tardivo raccolto
Un po' lo vorrà fare
Come poté il popolo bovaro,
Le genti dei più irsuti monti,
Farsi amante del canto
Eletto limpido e chiaro?
Loro, che vedevano
Pei campi bazzicare Flora...
Forse non puzzava come sempre allora
Il culo delle vacche? E le pecore
E quelle brave mandrie?
Quanto, quanto ci rimanga
Oggi da chiarire e da sapere
È un mistero troppo amaro
Che ci sfianca, e che ci stanga
In sul finir del giorno
Niente trattori, allora, e niente
Uomo Del Monte a censire
E quei pastori, brava gente!
Ah, quanto, quanto da chiarire!
E insomma, dopo tutte
Le considerazioni e i bravi studi,
Il dotto maggio e le fiorite aule,
Dopo la disillusione e la speranza,
Chi oggi avrebbe il coraggio
Di prendere la tibia e cantarsi una romanza?